IL PROGETTO

L’idea è di percorrere almeno 444km in parapendio decollando dalla Provenza in Francia (il decollo esatto sarà deciso all’ultimo momento in base alla meteo e richiederò il permesso di partire da Montecarlo). Il percorso intendo farlo interamente in volo: se piove o c’è vento troppo forte per volare sto fermo finché non posso ripartire in volo. La filosofia è di partire da solo e cavarmela da solo in tutte le situazioni che mi si presenteranno, senza avere equipaggi di accompagnamento e cercando per quanto possibile di atterrare sempre in quota; se mi servirà non rinuncerò a prendere una seggiovia, una navetta o un passaggio e quando sarà necessario (o divertente) camminerò: si tratta di un evento di volo e non di grandi prestazioni atletiche che, peraltro, non sarei neanche in grado di erogare data la mia tenera età.


Il periodo scelto sono 3 settimane a partire dall'ultima di giugno 2008. Nei precedenti tentativi ebbi parecchie avventure, alcune divertenti e altre meno (in Francia mi rubarono addirittura il delta!), ma non raggiunsi mai la mia meta: Lienz, una piccola città in Austria che dista oltre 450 km da Torino. Fu una scelta a caso sulla cartina geografica per la sua distanza ma oggi è quasi un pellegrinaggio: ho deciso da anni che se metterò mai piede a Lienz sarà solo arrivandoci in volo da vicino a Torino o da un punto di partenza ancora più lontano. Tenterò poi di proseguire sino in Slovenia per ripercorre ancora una volta il percorso che fece il mitico Didier da Montecarlo alla Slovenia.


Come ho detto, questo percorso è simile ad una lunga escursione o ad un pellegrinaggio di volo, ricercando l’essenza del Volo Bivacco ma... non si tratta assolutamente di una gara. Questo genere di avventura, molto umana e per nulla estrema, vuole riportare il volo nella sua giusta dimensione di autentica avventura, vicina alla natura e vissuta soprattutto come emozione interiore. Si tratta certamente di un approccio all’avventura molto diverso da quella adrenalinica, fatta ad hoc per apparire in televisione, spettacolare ma priva di sostanza e dai limitati fondamenti tecnici di volo. Infine, pur con il massimo rispetto in quanto è sicuramente una grande disciplina, desidero anche differenziare questo tipo di volo dal paraalpinismo che limitandosi alla discesa dalle cime di montagne conquistate a piedi ha contenuti tecnici inerenti al volo minori.

Chi sono 'in pillole'

mercoledì 25 giugno 2008

Giorno 8, arrivo al lago Maggiore


Oggi Pierandrea è riuscito a superare un grosso scoglio: la Val Sesia.
E’ partito questa mattina dal Mombarone, sopra Ivrea, a 1800 metri ed è stata una mossa molto azzeccata: gli altri piloti che sono decollati da Andrate non sono mai riusciti a superare i mille metri di quota.
Lui invece volando sempre sopra il livello dell’inversione termica è riuscito a tenere le creste interne del biellese e poi, passando per la Val Sesia e attraversandola a sud di Varallo, a atterrare a monte del lago d’Orta alle porte di Gravellona Toce, dopo 56km in linea d’aria.

Domani decollerà dall’alpe Quaggione, che è un decollo abbastanza alto, che funziona bene già dal mattino e che gli permetterà di scegliere come attraversare il Lago Maggiore, un altro “scoglio” importante del percorso.

Probabilmente non sceglierà di andare in svizzera, nonostante le potenzialità maggiori dal punto di vista del volo, a causa del fatto che per tutto domani e probabilmente fino a venerdì è previsto in quella zona un Sud-Ovest sostenuto.


(foto di Agostino)

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